Descrizione
«Il 25 Aprile non è una stanca celebrazione della memoria ma è la capacità, il luogo, la consacrazione dei luoghi che devono rinnovare la memoria». Così Franco Vittoria, Docente di Storia delle Istituzioni Politiche dell'Università Federico II di Napoli, a chiusura del convegno "Gli internati in Irpinia durante la Seconda guerra mondiale" promosso dall'Amministrazione comunale in occasione dell'80° anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo.
In apertura la Presidente del Consiglio comunale, Virginia Pascucci che ha coordinato i lavori, prima di spiegare il significato storico-culturale del 25 Aprile ed introdurre il tema dell'incontro, ha chiesto alla folta platea di rispettare un minuto di silenzio in memoria di Papa Francesco.
Ed anche al Pontefice ha fatto riferimento nel suo intervento di saluto il Sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera, ricordando come Papa Francesco nella sua visita ad Auschwitz abbia stigmatizzato la ferocia dell'internamento e naturalmente dell'Olocausto. Il Sindaco ha preso poi impegno a celebrare in maniera sempre più ricca di contenuti occasioni come quella del 25 Aprile ed ha voluto ringraziare il Segretario della sezione del PD locale, Nicola Cataruozzolo, per il costante supporto e sprone su queste tematiche.
A ricostruire nel dettaglio quel pezzo di storia che ha riguardato gli internati civili in Irpinia è stata la Consigliera delegata alla Cultura, Marilisa Grillo; ha spiegato come l'Irpinia venisse scelta per il suo isolamento geografico e quindi dei campi di confino per l'internamento coatto di Ariano Irpino, di Monteforte e di Solofra, dei paesi individuati per l'internamento "libero" in cui furono confinati personaggi che portarono cultura in quei luoghi e che in diversi casi ebbero anche importanti ruoli politici come ad Andretta, dove fu confinato Paolo Balancini, a Lacedonia Umberto Fiore, a Montecalvo Antonio Smorto, a Castel Baronia Eusepio Giambone, a Flumeri Diego Morandi, a Grottaminarda Osvaldo Sanini.
Ricordati dalla delegata alla Cultura anche eroi grottesi che hanno avuto parte attiva nella lotta antifascista come il Maresciallo Vito Grifone deportato a Dachau, al quale si vuole intitolare la Caserma dei Carabinieri di Grottaminarda; il Medico Leopoldo Faretra che da direttore dell'infermeria nel campo di concentramento di Hemer si adoperò, a rischio della propria vita, per aiutare a salvare tanti connazionali prigionieri; ed ancora di altri tre grottesi deportati per non aver voluto tradire i propri ideali: Angelo Giacobbe, Salvatore Grillo e Raffaele Minichiello.
Un altro internato a cui Grottaminarda deve molto è Riccardo Pisani; ne ha raccontato la storia Raffaele Masiello, neo Presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci Sezione di Grottaminarda. Milanese, Pisani fu arrestato per volantinaggio sovversivo. A Grottaminarda rimase per soli due anni ma ne amava il cibo e le usanze, durante una funzione in chiesa scoppiò un incendio e lui non esitò ad intervenire evitando una tragedia e salvando alcuni preziosi dipinti dalla distruzione.
Tornando ai campi di internamento, Nadia Savino, Presidente Fidapa della Sezione Grottaminarda, ha fatto riferimento a quello di Solofra che era completamente dedicato alle donne; ha sottolineato come queste donne fossero lì non per quello che avevano fatto ma per quello che erano, perlopù mogli di antifascisti; donne confinate senza accuse formali, senza un processo, solo un annientamento sociale. Donne dimenticate dalla storia secondo la Presidente Savino che ha sottolineato la necessità di costruire una nuova narrazione che includa le tante storie di donne che hanno contribuito a sconfiggere il nazi-fascismo pur non andando al fronte.
E proprio sulla storia di una giovane donna e di suo padre ha puntato il suo intervento la giornalista e scrittrice Floriana Mastandrea del Comitato Provinciale ANPI: Gisella Giambone una ragazzina che a soli 14 anni, dopo l'esecuzione del papà Eusepio Giambone, chiese di fare la partigiana. L'intera famiglia fu confinata a Castel Baronia ed il padre prima di morire chiese all'amico Valdo Fusi di occuparsi della figlia, di farla studiare affinchè potesse emanciparsi e seguire i suoi ideali. Personaggi che veicolarono novità, idee, proseliti politici nelle aree interne. Gisella Giambone è stata più volte a Castel Baronia a portare testimonianza del suo impegno partigiano e di quello di suo padre al quale sono state dedicate strade a Torino e nella stessa Castel Baronia.
L'interessante incontro si è concluso con la lezione del Professor Franco Vittoria secondo il quale il tema vero è che siamo in un tempo in cui la storia ha quasi perso il senso: «La scuola aveva un compito straordinario, quello di trasmettere la memoria e di far sì che la storia diventasse un codice collettivo morale delle generazioni. Questo un po' si è perso perchè la storia è diventata quasi una sorta di corollario da mettere come orpello celebrativo». Numerosi gli spunti di riflessione da parte del Professor Vittoria con riferimenti anche al Manifesto di Ventotene, al Diritto Libero, alle diverse interpretazioni dell'ideologia fascista basata sulla violenza, sulla negazione. Da qui il peso della storia che dovrebbe educare a far comprendere pienamente che cosa è stato il ventennio fascista.
Ufficio Stampa - Monica De Benedetto - comunicazione@comune.grottaminarda.av.it
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Ultimo aggiornamento: 25 aprile 2025, 16:22